domenica 1 dicembre 2013

Cassa rurale di Molina


da " Cassa Rurale di Ledro"

Ex Cassa Rurale di Molina

La costituzione di una Cassa Rurale a Molina di Ledro risale al lontano anno 1894, in cui venne fondata la Cassa Rurale "La Vigilianauot", che fu la prima della vallata.
Ne fu principale promotore don Lucillo Sartori, oriundo di Pieve di Ledro, curatore d'anime di Molina e Legos per ben 25 anni. Don Sartori fu un vero pioniere: a lui si deve il sorgere di numerose iniziative sociali ed economiche, che contribuirono a risollevare la valle di Ledro ed in particolare la zona di Molina da uno stato di vero disagio economico.
Per opera dell'infaticabile don Sartori sorsero la Famiglia Cooperativa e la Cooperativa Broccami, senza contare altre opere non trascurabili.
In appoggio ed a sostegno delle istituzioni suddette fu costituita la Cassa Rurale "La Vigiliana", così denominata dal nome del S. Patrono del Paese, cui è titolata anche la Chiesa curaziale.
Formarono la prima Direzione i signori: Presidente: don Lucillo Sartori, Vicepresidente: Luigi Ferrari, Consiglieri: Agostino ins. Risatti, Giuseppe Zecchini, Tito Zecchini
Nella carica di Presidente successero a don Sartori: Camillo Poletti nel 1909 e Faustino Baldessari nel 1911.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, dopo circa 20 anni di attività, la "Vigiliana" per un complesso di circostanze venne messa in liquidazione.
L'assemblea dei soci che ne approvò la liquidazione, votò il giorno 8 dicembre 1914 la costituzione di un ente consimile il "Banco Popolare di Molina – Legos", che assunse il nome di Cassa Rurale ed Artigiana, con l'entrata in vigore del Testo Unico sulle Casse Rurali.
Presiedette l'assemblea costitutiva il rag. Giuseppe Margoni, allora direttore della Federazione.
Curarono la liquidazione della ex-Vigiliana il sig. Pernici Raimondo, esperto amministratore di Riva ed alla sua morte, avvenuta durante la prima guerra mondiale, l'avv. dr. Antonio Stefenelli. La liquidazione si chiuse con un avanzo di Lire 30.000 che vennero passate al Banco Popolare, allora diretto da don Gerolamo Viviani, nominato dal Tribunale di Trento curatore ufficioso.
Si deve allo zelo ed all'interessamento di don Viviani se il Banco operò anche durante il periodo bellico fra i profughi in Boemia.
Don Viviani prima dell'evacuazione totale del paese a causa della guerra fece più copie di tutti i registri, aiutato dallo studente Mario Zecchini . Una copia degli stessi portò con sè in Boemia, dove il sig. Domenico Boccagni , capo comune di Legos, trasferì successivamente la cassa liquida del Banco.
Il Banco potè così operare, accettando depositi e restituzione di prestiti, servendosi della Banca di Boemia e del conto corrente postale Austro- ungarico.
Alla fine della guerra, nel novembre 1918, i documenti furono portati in
patria ed il denaro fu cambiato al 60%.
Nel 1919 con il cambio delle corone in lire il Banco riprese la propria attività a Molina. Don Viviani poteva allora contare sulla collaborazione del cooperatore don Attilio Rosa e dello studente Mario Zecchini, nella cui casa il Banco aveva praticamente sede provvisoria.
Dopo tante traversie felicemente superate, il curatore don Viviani convocò l'assemblea dei soci, diede il resoconto dell'attività svolta in quei difficili anni e volle espressamente non far parte della nuova direzione, pur assicurando alla stessa tutto il suo prezioso appoggio fino alla sua partenza da Molina, avvenuta nel 1932.
La nuova Direzione risultò così composta: Presidente: Rosa Ilario, Consiglieri: Zendri Alfonso, Zecchini Luigi Agostino, Brighenti Giuseppe, Rosa Giuseppe di Giuseppe.
Nella carica di Presidente successero a Rosa Ilario: Zecchini Agostino, Oradini Ettore, Dr. Ing. Enrico Zecchini e rag. Bruno Oradini, Arnoldi Mario, Canali Umberto e Brunialti Moreno.



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