un pò di storia;
Rifugio Nino Pernici
da;Sulle tracce della storia- History
Rifugio Nino Pernici
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La strada romana.
L'antica strada che passa per la Bocca di Trat è una delle più importanti dal
punto di vista storico del Trentino. Fu luogo di transito dalla preistoria
all'epoca romana, a quella medioevale fino alle spedizioni francesi del Vendome
nel 1703 e di Garibaldi nel 1866. Non esisteva infatti il collegamento stradale
tra la val di Ledro Riva del Garda e le Giudicarie e l'unico modo per spostarsi
in questi settori era scavalcare queste montagne. Sui versanti che da Bocca di
Trat scendono verso la valle del Sarca vi è anche l'importante insediamento
retico-romano di san Martino, forse unico per estensione nella nostra
provincia.
Il trasporto dei materiali per la costruzione del rifugio.
(cosa non facile da realizzarsi all'epoca) Venne effettuato da un contingente
di alpini del battaglione Edolo di stanza a Riva nel dopoguerra, comandato dal
capitano Gennaro Sora.
Questo valoroso ufficiale si era distinto nel conflitto 15/18 combattendo nel
settore dell'Adamello e giustificò il trasporto (portato a termine con l'aiuto
dei vecchi gloriosi muli) di fronte ai suoi superiori facendolo passare come
marcia di addestramento. Sora farà poi parte della spedizione di soccorso al
Polo Nord in favore dei superstiti del dirigibile Italia colà precipitato e
comandato dal famoso generale Nobile (spedizione italiana di esplorazione al
Polo Nord).
Il Rocol
La Bocca di Trat nelle immediate vicinanze del rifugio è da sempre una zona di
passaggio per le migliaia di uccelli migratori che attraversano i nostri cieli.
In passato la zona adiacente la bocca era disseminata di reti per l'uccellagione
( dette in dialetto “ rocoi “) nelle quali rimanevano imprigionati gli
sfortunati volatili. ( Ne furono catturati oltre cinquemila in un solo giorno).
La targa del capitano Riccabona.
Nel maggio del 2000 faceva freddo e le nuvole basse coprivano tutta la valle di
Concei. C'èra ancora qualche chiazza di neve e di sicuro non era la giornata
migliore per girovagare tra le caverne e trincee della Grande Guerra. Ma
bisognava andare a vedere questa lapide dedicata a un certo capitano austriaco
dal curioso nome italiano, ritrovata in una caverna sotto la Mazza di Pichea…
Mauro Zattera, appassionato storico di Riva del Garda, in compagnia di Armando
Santi e Giorgio Segalla si reca colà e prende visione, filma e fotografa questa
targa: dopo mesi di indagine, partendo dal nome riportato sulla stessa
(hauptmann Riccabona, capitano Riccabona) riesce a risalire all'identità di
questo personaggio ancora sconosciuto. Ludwig Riccabona, capitano dei
Kaiserjaeger, comandante la 9° compagnia, I° reggimento, di stanza tra la Bocca
di Trat e il Tofino. Chiedendo qua e là informandosi senza sosta Zattera scopre
che i Riccabona provenivano dalla valle di Fiemme. Tante telefonate, visite in
valle ed ecco finalmente un numero di telefono. Dall'altra parte risponde Dietling
Riccabona, nipote del capitano. Il giorno dopo Frau Riccabona mostra ai suoi
ospiti un centinaio di fotografie scattate dal nonno “ su una certa Bocca di
Trat nel 1916 ”. Sono scatti unici e di grande valore storico e umano. Un
grazie a chi ha reso possibile questo ritrovamento.
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