sabato 30 novembre 2013

Rifugio Nino Pernici

un pò di storia;

Rifugio Nino Pernici

da;Sulle tracce della storia- History

La strada romana.
L'antica strada che passa per la Bocca di Trat è una delle più importanti dal punto di vista storico del Trentino. Fu luogo di transito dalla preistoria all'epoca romana, a quella medioevale fino alle spedizioni francesi del Vendome nel 1703 e di Garibaldi nel 1866. Non esisteva infatti il collegamento stradale tra la val di Ledro Riva del Garda e le Giudicarie e l'unico modo per spostarsi in questi settori era scavalcare queste montagne. Sui versanti che da Bocca di Trat scendono verso la valle del Sarca vi è anche l'importante insediamento retico-romano di san Martino, forse unico per estensione nella nostra provincia.

Il trasporto dei materiali per la costruzione del rifugio.
(cosa non facile da realizzarsi all'epoca) Venne effettuato da un contingente di alpini del battaglione Edolo di stanza a Riva nel dopoguerra, comandato dal capitano Gennaro Sora.
Questo valoroso ufficiale si era distinto nel conflitto 15/18 combattendo nel settore dell'Adamello e giustificò il trasporto (portato a termine con l'aiuto dei vecchi gloriosi muli) di fronte ai suoi superiori facendolo passare come marcia di addestramento. Sora farà poi parte della spedizione di soccorso al Polo Nord in favore dei superstiti del dirigibile Italia colà precipitato e comandato dal famoso generale Nobile (spedizione italiana di esplorazione al Polo Nord).

Il Rocol
La Bocca di Trat nelle immediate vicinanze del rifugio è da sempre una zona di passaggio per le migliaia di uccelli migratori che attraversano i nostri cieli.
In passato la zona adiacente la bocca era disseminata di reti per l'uccellagione ( dette in dialetto “ rocoi “) nelle quali rimanevano imprigionati gli sfortunati volatili. ( Ne furono catturati oltre cinquemila in un solo giorno).

La targa del capitano Riccabona.
Nel maggio del 2000 faceva freddo e le nuvole basse coprivano tutta la valle di Concei. C'èra ancora qualche chiazza di neve e di sicuro non era la giornata migliore per girovagare tra le caverne e trincee della Grande Guerra. Ma bisognava andare a vedere questa lapide dedicata a un certo capitano austriaco dal curioso nome italiano, ritrovata in una caverna sotto la Mazza di Pichea… Mauro Zattera, appassionato storico di Riva del Garda, in compagnia di Armando Santi e Giorgio Segalla si reca colà e prende visione, filma e fotografa questa targa: dopo mesi di indagine, partendo dal nome riportato sulla stessa (hauptmann Riccabona, capitano Riccabona) riesce a risalire all'identità di questo personaggio ancora sconosciuto. Ludwig Riccabona, capitano dei Kaiserjaeger, comandante la 9° compagnia, I° reggimento, di stanza tra la Bocca di Trat e il Tofino. Chiedendo qua e là informandosi senza sosta Zattera scopre che i Riccabona provenivano dalla valle di Fiemme. Tante telefonate, visite in valle ed ecco finalmente un numero di telefono. Dall'altra parte risponde Dietling Riccabona, nipote del capitano. Il giorno dopo Frau Riccabona mostra ai suoi ospiti un centinaio di fotografie scattate dal nonno “ su una certa Bocca di Trat nel 1916 ”. Sono scatti unici e di grande valore storico e umano. Un grazie a chi ha reso possibile questo ritrovamento.


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